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Hannah Stippl 2021-10-11T14:39:17+02:00

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Intervista ad Hannah Stippl, Austria – Dipingere la natura in tempi di crisi

Cos’è l’arte per te?

L’arte è la forma di comunicazione più importante.  Nello specifico per me lo sono tutte le forme di arte visiva,  ogni forma di creazione estetica, che sia pittura, scultura, architettura o una delle cosiddette arti popolari o applicate. Cosa sapremmo del mondo senza l’arte? Le informazioni trasmesse in forma scritta sono vulnerabili, limitate da vincoli linguistici.
L’arte è intesa su basi molto più ampie e conduce al senso di ciò che ci rende umani. Nella sua diversità, l’arte ha il potere di connettere le persone al di là del tempo, di inviare messaggi in un futuro lontano e di riceverli da un passato lontano.

Il Museo di Gerusalemme ospita una minuscola statuetta di Berekhat Ram, quasi indistinguibile da un ciottolo. Si dice che questa statuetta abbia 233.000 anni. I suoi artefici appartenevano a una specie umana ormai estinta che ha preceduto gli uomini moderni. Guardando questa piccola figura sono stata sopraffatta dall’idea che una specie di essere umano, tra 233.000 anni, potrebbe osservare la mia arte allo stesso modo di come faccio io con questa statuina.

Puoi dare una definizione della tua arte?

La pittura e la vegetazione sono al centro del mio lavoro artistico. Ogni quadro è un giardino; ogni giardino è un dipinto. Negli ultimi anni mi sono concentrata sull’esplorazione di strutture naturali come boschetti, argini e pendii ricoperti di vegetazione. Ogni progetto è costituito da una serie di lavori su carta e tela con un’ispirazione specifica. I miei dipinti si sovrappongono strato su strato, e dal momento che lavoro su più pezzi contemporaneamente, possono volerci anni. I nuovi dipinti vengono spesso intrapresi senza una intenzione specifica: alcune aree colorate, motivi, sovrapposizioni. Le composizioni sono costruite sovrapponendo strati di pittura con l’ausilio di stencil e rulli con pattern storici che colleziono da vent’anni. Nel tempo, gli strati si aggrovigliano e certe atmosfere diventano percepibili. Per me è importante mantenere visibili gli elementi casuali, accidentali e inappropriati, come macchie e frammenti simili a graffiti, scaglie e linee. Insieme, queste strutture evocano scenari naturali ambigui che mi affascinano, familiari e alieni nel contempo. Penso che i miei dipinti crescano e si evolvano nel tempo, rivelandosi lentamente. Creando situazioni visivamente dense in cui lasciarsi cadere, anche solo visivamente, cerco di espandere la zona della bellezza caotica, disordinata e infinita.

Cosa ispira le tue opere d’arte e perché?

Durante la mia carriera, ho unito il mio amore per i motivi decorativi con un profondo interesse per il paesaggio e le piante.  Sono radicale nel senso più originale del termine, nel suo significato di radicato, connesso alla terra, alle piante. Per me “radicale” è una forma di attaccamento al terreno.

Nei miei lavori collego la ricerca in campi come la mitologia, il femminismo o l’ecologia con l’individualità, l’emozione e la bellezza. Le parole e gli schemi dei miei dipinti si basano sulla ripetizione come formule magiche. Ma i pattern non sono solo ripetizioni noiose e decorative, sono ritmi che si basano sulla distanza tra le cose, quindi ci permettono di vedere tra le cose e visualizzare lo spazio, il vuoto. I motivi decorativi dei miei lavori combinano matematica e artigianato, amore per scarabocchi e punti, linee e fiori stravaganti.

Ho comprato i primi motivi decorativi in un mercatino delle pulci mentre studiavo all’Angewandte, senza alcuna idea di come usarli, soprattutto artisticamente. Dopo tanti tentativi falliti, un giorno ho notato le tracce di colore sul tavolo; strati sovrapposti che si cancellavano e si completavano a vicenda; spazi di colore profondi e opachi: ecco come ho visto il dipinto. Poi, ho collezionato sempre più modelli decorativi che non ho mai contato. Ogni nuovo modello offre un intero universo di possibilità da esplorare. Sono ancora affascinata dalle ripetizioni impure, errate e dalla ricchezza dei segni generati dall’arte di imprimere per schiacciamento.

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www.hannahstippl.net